A cura di Giuliano C.,
Per ovvi motivi, questo è un momento destinato fare storia. Ma sapete come si dice, La Storia la scrivono i vincitori. Oramai ognuno sta facendo i conti con se stesso, con le proprie frustrazioni, con le proprie paure, le proprie convizioni e le proprie scelte.
Ad oggi, per decreto, siamo tutti reclusi nelle nostre personali celle, le nostre belle case (per chi le ha acquistate, perché fin quando non hai finito di pagare il mutuo, la casa è della banca, ndr). E’ giusto? E’ sbagliato? La situazione è certo straordinaria e a mali estremi estremi rimedi. Di sicuro chi adesso è nella sala dei bottoni sta facendo delle scelte che sono dettate, mi auguro, dall’attenta analisi di dati e informazioni che, spero, giungano da fonti indubitabilmente affidabili. Me lo auguro perché in tutta questa faccenda del covid-19 sono tante le cose che non tornano. A cominciare dai pandemic bonds per i quali, ogni anno, le maggiori agenzie di assicurazione forniscono un bollettino che indica il livello percentuale di accadimento, che nel caso di un evento pandemico è stato dato, negli utlimi anni, come probabile attorno al 65% (vedi video). A giudicare dalla situazione attuale pare che i nostri ministri della salute (di tutti gli schieramenti politici) non abbiamo fatto nulla. Si, proprio niente. Prediligendo altri aspetti della salute pubblica come l’obbligo vaccinale, l’eutanasia, la somministrazione di ormoni per il cambio del sesso e tante altre amenità. Ma non desidero dilungarmi in prolisse dissertazioni sui dati, so che ne avete abbastanza (per chi di voi ha approfondito) e per questo ci sono comunque i siti istituzionali; i numeri sono li e chi sa fare i “conti della serva” può trarne le conclusioni che più desidera. Dico questo perché i numeri, le statistiche, le percentuali, le si possono presentare e leggere all’occorrenza e che i media, che ormai sappiamo essere nelle mani di sempre più pochi soggetti, possono farti passare un pioggia primaverile per il diluvio universale e questo non sono io che lo penso ma è un dato di fatto oggettivo. I grandi canali d’informazione sono diventati strumenti di manipolazione delle coscienze atti ad orientare idee, opinioni, usi e costumi.
Ma visto che siamo “tutti a casa”, ritengo che sia un’occasione unica, per ognuno di noi, per leggere ed informarsi su più canali informativi perché se si mangia sempre la stessa pietanza rischiamo di non assaporare gli altri tanti sapori e non sapremo mai cosa ci perdiamo, autolimitando la nostra possibilità di fare delle scelte andando a nutrire quello sconosciuto che che si chiama “pensiero critico”.
Se sta a cuore il nostro futuro, tra le decine di notizie che corrono veloci ovunque sul coronavirus, vorrei dunque invitare a fare una riflessione sulla situazione che stiamo vivendo dal punto di vista dei diritti sociali ed economici.
Genova24 ha intervistato Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di diritto pubblico e comparato dell’Università di Genova, che ha evidenziato come in tale situazione emergenziale rischiamo di non vedere il cosiddetto elefante nel salotto di casa nostra, in quanto:
“nel concreto queste misure (le ultime ad oggi cogenti, ndr) sono state adottate e definite non con un altro decreto legge ma con un Dpcm, un decreto della presidenza del consiglio dei ministri, un tipo di provvedimento che non prevede né il controllo preventivo del Capo dello Stato né quello successivo del Parlamento.“
Il Parlamento quindi è tagliato completamente fuori?
“E’ evidente che non è il momento di fare grandi sofismi ma da un lato il Parlamento è stato tenuto fuori da tutta questa procedura emergenziale, dall’altro trovo molto preoccupante che di fatto le Camere, che in una situazione come questa dovrebbero essere convocate quasi in seduta permanente, non si siano praticamente più riunite dopo l’ultimo dpcm facendo di fatto mancare il controllo democratico previsto dalla nostra Costituzione.”I cittadini di fronte all’emergenza obbediscono ai divieti senza farsi troppe domande…
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“E’ vero ma un giorno, quando i ristoranti saranno in crisi e dovranno licenziare i dipendenti e quando ci saranno aziende che falliranno qualcuno potrebbe dire che quelle misure non erano corrette dal punto di vista del nostro ordinamento. Per questo sarebbe meglio cominciare a pensarci.”
Incompetenza da parte dei nostri governanti dunque? Talmente presi dalla paura anche loro, che hanno pasticciato un decreto non prevedendo la possibilità che in futuro i titolari di attività – che inevitabilmente, chi più chi meno, falliranno o saranno costretti ad operare licenziamenti – opteranno per delle “class action” per vedersi risarciti dallo Stato i danni economici prodotti dalle misure adottate per la “pandemia” in corso?
In questo contesto le misure governative assunte dall’Italia sono in alcuni punti sconcertanti, perché non considerano il fatto che si deve certo difendere la salute dei cittadini e combattere l’epidemia, ma, allo stesso tempo, salvaguardare la parte essenziale dell’apparato produttivo senza di cui neppure le risorse per battere l’epidemia possono riprodursi.
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Infatti sarebbe stata una mossa quasi obbligata quella di chiudere la Borsa, in modo da evitare tonfi che allo stato attuale hanno svalutato in modo quasi osceno i titoli italiani. Ma forse non sono degli sprovveduti (al contrario di noi altri comuni mortali) e sapevano bene cosa stanno facendo e sopratutto dove stiamo andando. In tal caso è abbastanza intuibile che queste dinamiche innescheranno dei processi che porteranno in auge la creazione di ulteriori “fondi salva stati” e non a caso proprio ieri OMS, Fondazione delle Nazioni Unite e partner lanciano il primo fondo di solidarietà COVID-19! (Leggi qui).
E non sarà un caso neanche che Miss Lagaffe abbia detto ciò che ha detto per favorire la precipitazione di uno scenario già di per se nero per le borse.
Però, sarò un sempliciotto facile alle fantsticherie, guardate bene questa stretta di mano. Fate caso al pollice posto tra le prime due nocche. E’ identico al saluto massonico del “Fellow Craft” ovvero di “compagno d’arte” o di “mestiere” (io aggiungerei “di merende”, ndr).
Ognuno è libero di trarre le proprie considerazioni. Sono sempre stato abbastanza persuaso che certi personaggi operano alla luce del sole per chi ha voglia di vedere. Questa situazione del coronavirus ormai sta diventando mondiale principalmente dal punto di vista economico. OMS, ONU, WHO, World Bank sono già soggetti che si prestano all’instaurazione di un governo mondiale (ne abbiamo parlo qui, ndr). Fantasia? chi lo sa, a me piacciono i voli pindarici.
Ma se vogliamo restare coi piedi per terra allora guardiamoci allo specchio – tanto abbiamo tempo per farlo ora – e ripetiamo “l’EURO ci salverà… l’EURO ci salverà…l’EURO ci salverà…”
Dopotutto anche i teutonici germanici europeisti fino al midollo non perdono occasione per ricordarcelo ad ogni meeting europeo… e di fatti che fanno? Stanziano per le loro imprese ed aziende
almeno mezzo trilione di euro contro la crisi
E questo lo fanno in barba a tutte le millantate regole del’UE!!! Si saranno mica resi conto che l’austerità non sarà “il miglior successo dell’euro” per loro? Dopotutto anche oltreoceano stanno preventivando azioni economiche che prevedono l’immissione di liquidità per sostenere imprese famiglie (anche se gli ammeregani lo fanno come al solito alla loro maniera):
Girano tante proposte per organizzare tanti web-flashmob (wfm – chiedo ufficialmente la paternità di questo acronimo!), tutti bellissimi, perché allora non farne uno contro l’approvazione del Meccanismo europeo di stabilità? Perché se lunedì 16 marzo a Bruxelles si approvasse il Mes: si porrebbero così le basi per distruggere di fatto in un sol colpo l’economia italiana, portoghese, greca e minacciare anche quella spagnola.
fonti:
https://rp-online.de/politik/mindestens-halbe-billion-euro-gegen-die-krise_aid-49551139
http://temi.repubblica.it/micromega-online/bce-e-mes-la-dittatura-degli-acronimi/
Bella quanto esplicita la cartina dell’immagine in intestazione. Europa e Sud-Est asiatico colpiti; meno la Russia… Ah, già, non trapelano fonti e poi loro, comunisti, la storia (di chi?) ci dice che mangiano i bambini