A cura di Giuliano C.,
Più volte abbiamo menzionato che gli artisti hanno quel quid in più che li consente di comunicare concetti e fatti in modi che ci toccano nell’animo e sollecitano il nostro pensiero critico a riflettere sul perché delle cose.
Naturalmente l’attore teatrale si riferisce all’uso oltremodo smodato della mascherina, questo oggetto che, nonostante dpcm e decretini, non si capisce mai fino a che punto né dove e quando bisognerebbe idossare.
Molto e forse volutamente troppo è lasciato alla libera interpretazione sia da parte delle amministrazioni che dagli ignari cittadini:
Art.1 c.1 lett. a) è fatto obbligo dalle ore 18.00 alle ore 06.00 sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) ove per le
caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale.
Beh… non per fare i precisini ma “protezioni delle vie respiratorie” non sono per forza ed unicamente le mascherine chirurgiche, quelle lavabili, quelle griffate… possono essere anche una bandana a mò di cowboy.
Tuttavia l’ordinanza specifica che sono applicabili le disposizioni citate all’art.4 (sanzioni e controlli) della legge 22 maggio 2020, n. 35 la qual stessa all’art.1 cita espressamente, ai commi z) e gg) l’adozione di strumenti di protezione individuale.
In realtà non ricordo di aver mai letto di mascherine di nessun tipo in nessuno dei provvedimenti emanati dal governo. Naturalmente potrei sbagliarmi ed invito chiunque a segnalarmi i riferimenti giuridici nazionali, quindi leggi dello Stato e non delle regioni a scendere fino alle disposizioni comunali, che indicano nelle mascherine, di qualunque tipo, lo strumento di protezione individuale scelto ed indicato come obbligatorio.
Altrimenti l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine così come le conosciamo è derivata unicamente dal principio giuridico per eccellenza che è quello della consuetudine, ovvero se la popolazione adotta una consuetudine questa può diventare legge… mi vien da dire, a furor di popolo (leggi → Autodichiarazioni, consuetudini e colpi di Stato).
Ma ritornando all’incipit del post e al potere dell’immaginazione sentiamo cosa ci legge un altro artista che del teatro e del cinema ha fatto la sua professione:
Insomma sono letture interessanti che fanno riflettere. Sia mai che arriveremo anche al giorno in cui come in Fahrenheit 451 leggere o possedere libri sarà considerato un reato.
Per questo è importante prendere coscienza e consapevolezza che la nostra immaginazione ha un potere enorme. Basti pesare a due aspetti della faccenda:
- Tutto ciò che come esseri umani abbiamo creato su questo pianeta è stato essenzialmente creato prima nelle nostre menti.
- I potenti del mondo da sempre hanno speso e continuano a spendere enormi risorse per controllare e gestire la nostra immaginazione, la nostra innata facoltà di fantasticare e far si che i sogni diventino realtà.
Sadhguru, yogi, mistico e visionario maestro spirituale, ci indica come prendere consapevolezza del nostro destino allineando il nostro pensiero, le nostre emozioni e le nostre energie per manifestare ciò che vogliamo veramente.
“ad ogni modo, ricordati che questo Beatty appartiene al nemico più pericoloso della verità e della libertà; la bovina mandria compatta ed inerte detta maggioranza.
Ray Bradbury – Fahrenheit 451 – Oscar Mondadori – Traduzione di Giorgio Monicelli
Ah, buon Dio, la terribile tirannide della maggioranza!
Tutti abbiamo la nostra canzone da intonare. E sta a te ora sapere con quale orecchio ti convenga ascoltare.”
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