A cura di Lidia
H+ o Humanity+ è l’accattivante titolo che l’associazione internazionale transumanista utilizza per focalizzare quelli che definisce essere i propri valori: miglioramento dell’umanità, della salute, della longevità. Nello specifico, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per espandere le proprie capacità. Esiste anche un’associazione italiana di transumanisti, la AIT, che si da, come obiettivo:
creare nel nostro paese le condizioni per una rivoluzione morale e intellettuale di orientamento prometeico
(cit. dal sito AIT)
Nel sito dell’AIT è presente anche un curioso test per scoprire chi di noi è transumanista. Tra le domande in elenco, cito, ad esempio:
Credi che sarebbe una buona cosa se gli esseri umani potessero vivere per centinaia di anni o anche più a lungo?
Prenderesti in considerazione l’eventualità di scaricare la tua mente in un computer se questo fosse l’unico modo per continuare ad esistere come un’entità pensante e cosciente?
Oltre all’Associazione italiana transumanisti, esiste un network italiano, il network H+ Transumanisti italiani che nasce in rete nel 2008 per radunare blogger e teorici che seguono le idee del transumanesimo.
Il saggista Roberto Manzocco in “Esseri Umani 2.0” (Springer, pp. 354), definisce il transumanesimo come «un sistema coerente di fantasie razionali para-scientifiche», su cui la scienza cioè non può ancora pronunciarsi, «che fungono da risposta laica alle aspirazioni escatologiche delle religioni tradizionali».
Sir Julian Sorell Huxley, (Londra 22/06/1887-14/02/1975), biologo, genetista, scrittore, fratello di Aldous Huxley, famoso per i suoi studi sulla rifondazione della teoria genetica all’interno della teoria darwiniana ha pubblicato nel 1957 “New Bottles for New Wine” (“Bottiglie nuove per vino nuovo”), in cui afferma:
La razza umana può, se desidera, trascendere se stessa, non in maniera sporadica, un individuo qui, in un modo, un individuo là, in un altro modo, ma nella sua totalità, come umanità. Abbiamo bisogno di un nome per questa nuova consapevolezza. Forse il termine transumanesimo andrà bene: l’uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana.
Julian Huxley
Quella della famiglia Huxley sembra una vera e propria ossessione, vedi qui l’Intervista all’Avv. Amato – Il Mondo Nuovo (parte 1 di 3). Puntiamo quindi al perfezionamento di noi stessi? O all’immortalità?
La Alcor Life Extension Foundation, è un’organizzazione no profit statunitense nata nel 1972 con sede a Scottsdale in Arizona, che fa ricerca inerente alla crionica, la conservazione di esseri umani in azoto liquido a -196°C dopo la morte legale della persona, con la speranza di riportarle in vita in piena salute quando la tecnologia del futuro potrà invertire il processo criogenico e sarà quindi sufficientemente sviluppata per farlo.
Il sottotitolo della ALCOR, nella pagina del loro sito, recita: “A fulfilling life doesn’t have to end. When today’s medicine gives up, cryonics takes over” (Una vita appagante non deve finire. Quando la medicina di oggi si arrende, la crionica prende il sopravvento.).
Invitante, o no?
Pare che Cameron Crowe si sia ispirato a questa società per la Life Extension nel suo meraviglioso Vanilla Sky del 2001 (che a onor del vero è il remake di un film spagnolo del 1997 – Apri gli occhi).
Raymond Kurzweil, definito dal Wall Street Journal come un “genio senza freni”, è Director of Engineering per Google dal 2012, esperto di intelligenza artificiale, di sintesi vocale, di riconoscimento ottico della scrittura e tra i maggiori sostenitori dell’avvento di una intelligenza artificiale superiore a quella biologica, sostiene le idee ed i progetti della ALCOR. In Italia, l’avvocato di Pordenone Vitto Claut è stato il primo italiano a firmare un contratto per farsi ibernare dopo la morte.
Quindi nel transumanesimo anche la Silicon Valley ha il suo credo religioso, sebbene si sia professato laico. Riscontro nelle loro pagine un misto tra superuomo nietzschiano, filosofia umanista, cultura cyberpunk, idee futuriste nonché pratiche quasi aliene di mummificazione e potenziamento del corpo.
Kurzweil stesso pare seguire una dieta particolare, assumendo cocktail di integratori e potenziatori nell’ottica di una continua azione correttiva dei difetti umani.
Ricordate il film GATTACA in cui si teorizzava l’esistenza di una società divisa in due categorie: i validi, cioè esseri dal corredo genetico perfetto, scelti per ricoprire i ruoli più prestigiosi della comunità, e i non validi, ovvero le persone nate coi loro genomi naturali, destinati allo svolgimento dei lavori più umili e relegati ai margini della società civile.
Il velocissimo ed inarrestabile progresso tecnologico, se da un certo punto di vista presenta molte potenzialità nel campo della medicina, della scienza e dei trasporti, da un altro punto di vista fa i conti con la plasticità della mente umana, che ha una velocità di sviluppo e adattamento diversi.
Xiaoice, un bot di chat basato sull’intelligenza artificiale che sta ridefinendo le concezioni cinesi di romanticismo e relazioni, è stata definita “la fidanzata ideale”, perché? Xiaoice è sempre presente, 24 ore su 24, ha sempre voglia di chiacchierare, comprende e decodifica sempre correttamente gli stati d’animo di chi si interfaccia con “lei”. Ma c’è un rovescio della medaglia.
Con il suo misto di disponibilità, dolcezza, simpatia e impertinenza, raccoglie ogni giorno milioni di informazioni personali e intime, dandole in pasto ai suoi creatori, senza che chi gliele fornisce, «chiacchierando con lei», ci trovi nulla di strano.
C’è un proficuo filone di filmografia distopica e cyberpunk sull’argomento “transumanesimo” e “robotica” che sarebbe impossibile elencarlo qui ma interessante a mio avviso è una riflessione su quanto valore dia ognuno di noi al senso del tempo, alla durata della vita in relazione alla sua qualità.
Vita più lunga non si traduce necessariamente in vita più felice. Trovo che questa corsa all’impazzata verso un presunto perfezionamento umano abbia dei grossi limiti e pericoli, a cominciare da un concreto rischio di minare la democrazia nella sua essenza più profonda: non tutti possono permettersi di stipulare un contratto con la ALCOL e garantirsi una capsula di azoto liquido o fare un viaggio spaziale privato.
Quindi questo tipo di tecnologia potrebbe diventare (se non lo è già) alla portata di pochi ricchi, come già oggi è purtroppo per molte cure mediche e nuove tecnologie.
Un altro rischio che intravedo e che mi interessa più da vicino è che questi “superumani” perderanno, in effetti la loro umanità. La nostra esistenza, la nostra sostanza, la nostra essenza non credo sia possibile riversarla in un qualche tipo di supporto digitale e trasformarla in intelligenza artificiale.
Per lo stesso motivo non credo che medicina e psicologia siano scienze in senso stretto, perché trattano di esseri umani, quindi elementi non oggettuali, ma entità che si modificano e mutano a seconda della loro età, delle loro esperienze, del loro livello di gratificazione.
Personalmente, sento la volontà di riaffermare il bisogno di rivolgere lo sguardo dentro di me, di nutrire prima di tutto la mia mente con pensieri di luce, di gioia, di umanità.
Sento il desiderio di avere un contatto umano, fatto di abbracci, di sguardi, di un’intesa che nasce dalla conoscenza di se, dalla scoperta dell’altro. So che noi siamo ciò che siamo anche per gli errori che compiamo, per le indulgenze che ci concediamo e per la nostra imperfetta, profonda, limitata e meravigliosa umanità.
Bella ricerca, complimenti! Per completare l’argomento direi che gli si potrebbe contrapporre il film “Nosso lar” che descrive cosa accade dopo avere lasciato il corpo e perchè sia così importante lasciarlo. Rimanere intrappolati dentro una capsula di ghiaccio mi fa nascere una domanda: per paura di cosa?