L’auto ad acqua è sempre stato una specie di tabù dell’industria automobilistica. Ma l’idea che un motore possa usare esclusivamente acqua come combustibile viene spesso travisata o confusa.
In realtà l’auto ad acqua, così per come la si racconta, assume di più i contorni di una leggenda urbana frammista ad una serie di controversie che una realtà scientificamente provata.
La cosa mi ha incuriosito ed ho voluto vederci chiaro dopo aver ricevuto un video su un auto a acqua fabbricata nel 1906.
Questo era all’inizio del secolo scorso, ma oggigiorno l’idea di un motore ad acqua si basa sull’ipotesi che questa possa essere utilizzata come carburante per alimentare un motore, spesso sfruttando l’idrolisi, un processo che separa l’acqua (H₂O) in idrogeno (H₂) e ossigeno (O₂). L’idrogeno potrebbe poi essere usato come combustibile per alimentare un motore a combustione interna o una cella a combustibile.
Nel caso specifico della Gardner & Serpollet esisteva un bruciatore per scaldare la caldaia che generava il vapore. Quindi è più corretto parlare di motori a vapore!
In questo caso ci vine in aiuto la rivista di settore “La Manovella”. Nella seguente, alle pagine 4 e 5 possiamo vedere una bella e chiara illustrazione di come funzionava il “motore ad acqua”. Si vede come si facesse passare l’acqua in un tubo avvolto in numerose spire al di sotto delle quali era posto un bruciatore spesso alimentato a carbore o a olio.
Qui invece, a pagina 76, c’è un interessante articolo che parla delle incredibili sfide di velocità tra auto alimentate con motori termici, tra cui quelle di Serpollet, Vanderbilt, Rolls ed Henry Ford.
Questo dunque per contestualizzare correttamente il video riportato sopra.
Ora è chiaro che la domanda nasce spontanea.
Ma se all’epoca potevano fare queste cose, come mai non le hanno portate avanti sviluppando nuove e più efficaci ed efficienti tecnologie?
Se avete letto, o anche solo spulciato, gli articoli de “La Manovella” si capisce che i risultati all’epoca non erano paragonabili a quelli del motore a scoppio con combustibile fossile. Era un’epoca di grandi sperimentazioni e fermento sia culturale che scientifico/economico e, come spesso accade, la ragione del profitto è quella che prevale su tutto il resto.
Così non è difficile immaginare che le grandi compagnie petrolifere e i governi abbiano, più che intenzionalmente soppresso questa tecnologia per proteggere i loro interessi economici, preferito investire le loro risorse in progetti più efficaci e velocemente redditizi.
All’epoca non c’era, come oggi, una spiccata sensibilità alla preservazione dell’ambiente ed il concetto di sostenibilità ambientale era lontano anni luce dal mondo industriale, mentre era già acquisito e dato per scontato presso le popolazioni più rurali, che avevano sviluppato un naturae equilibrio con le risorse offerte dall’ambiente.
Ma questa è un’altra storia.
foto di copertina Gardner-Serpollet – Wikipedia (pinterest.de)