Ho votato la sinistra “democratica” per metà vita, poi ho smesso di votare. Mi ero accorto anni fa di questa deriva pseudo progressista, ammantata di tanto buonismo inclusivista quanto ipocrita, che andava contro tutti i principi di logicità e umana comprensione. Ma questa sinìstra, paurosa e per certi versi molto inquietante Sinistra è qualcosa che ve ben oltre le più improbabili interpretazioni di cauti scettici.
La sinistra italiana oggi assomiglia a un’accozzaglia di Dem(ent)ocratici sinistrati.
Va da sé che non credo che tutti coloro che s’indentificano nei valori democratici di sinistra siano dei sinistrati mentali. Se per me votare significasse ancora qualcosa probabilmente darei ancora il mio consenso alla sinistra, ma questa è una visione del tutto obsoleta e oserei dire anacronista vista la narrativa dominante, che pretende di identificare come fascisti coloro che denunciano la deriva totalitarista del cosiddetto progressismo inclusivista di sinistra.
Buona parte di questi sinistrati che si sciacquano la bocca con la democrazia accusano, denigrano, ostracizzano financo ad arrivare alle aggressioni fisiche, coloro che gli fanno notare che forse stanno un tantinello deragliando.
E non è vero che sono tutti di destra coloro che fanno notare certe dissonanze cognitive. Piuttosto ritengo che abbiano il vantaggio di poter puntare il dito verso chi s’è trovato nel posto e momento giusti, erano al governo in un momento storico cruciale per l’evoluzione dell’umanità, per dare il meglio di sé facendo però tutto l’opposto, avallando e incoraggiando l’impensabile e ancora oggi, immagino per non passare come “strambo”, continua a far finta che certe cose siano normali.
Riporto questo monologo liberamente tratto da un discorso (tradotto da Stefano Re) davvero caustico nella sua granitica semplicità logica:
Quelli che si definiscono “democratici”, oggi come oggi, etichettano chi non condivide le loro posizioni, come una persona “stramba”.
Sì. proprio loro: quelli che non sanno più distinguere una donna da un uomo, che sostengono che i ragazzi, i maschi, possano avere le mestruazioni, che gli uomini possano allattare e che alle donne non serva un uomo per procreare.
E ci chiamano strambi.
Va ammesso che per sostenere questa logica devono avere parecchio coraggio.
E dire che ammirano personaggi che strillano per il cambiamento climatico mentre si costruiscono ville sulla spiaggia e girano per il mondo su jet privati.
Sono quelli che vogliono uccidere i loro figli nel ventre, proteggono l’aborto e odiano la famiglia naturale.
Ma vorrebbero convincerti che sei tu quello “strambo”
Sì, proprio quelli che guidavano da soli con la mascherina, socialmente ben distanziati, che abbracciavano la nonna attraverso un telo di plastica, chiudevano i figli nel plexiglass e nella RSA salutavano il nonno attraverso un vetro, mentre esalava l’ultimo respiro, solo come un cane.
Sempre gli stessi che poi si sono messi ordinatamente in fila come cavie da laboratorio per un esperimento medico di massa da parte di BigPharma, ora vengono a dirmi che sono io quello strambo?
Le stesse persone che definiscono “manifestazioni pacifiche” mettere a ferro e fuoco intere città, che trovano razzismo, sessismo e crimini d’odio dappertutto, che si tingono i capelli di viola e si offendono se non usi i pronomi che hanno scelto, quelli che pensano ci siano 247 generi e si preoccupano terribilmente delle scorregge delle mucche, ecco, loro pretendono che io creda di essere quello strambo?
Sono persone che bevono acqua con la cannuccia di carta e collegano l’auto a una presa a muro, mangiano blatte, chiamano bellissima l’obesità e lottano per il diritto di un uomo a pisciare nello stesso cesso di una donna, trovano ragionevole che il governo controlli la loro vita dalla culla alla tomba e danno ai loro figli nomi idioti come “apple”.
Sai cosa? Forse non è male essere “quello strambo”.
Vi voglio bene tutti. Dio vi benedica
Di seguitovil discorso originale in video. I sottotitoli in italiano, vanno attivati.
Foto di copertina: Wolfgang Eckert da Pixabay
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