A cura di Giuliano C.
Nel mio lavoro mi occupo anche di gestione dei rifiuti e oggi mi capita di leggere che il 28 marzo la Corte di Giustizia UE ha emanato una sentenza (leggi quì) in merito alla classificazione di una particolare categoria di rifiuti detti “a specchio”(1). Tale sentenza ha chiarito come il detentore o anche il produttore del rifiuto debba regolarsi con quelli che hanno codici corrispondenti sia a rifiuti pericolosi sia a rifiuti non pericolosi, ma la cui identificazione non può stabilirsi senza un esame più dettagliato ed approfondito, ai fini di tale classificazione.
Senza dilungarmi in tecnicismi che potrebbero annoiare il lettore si sappia che la legge n.116 dell’11 agosto 2014 recita così in merito al principio di precauzione:
“Se i componenti di un rifiuto sono rilevati dalle analisi chimiche solo in modo aspecifico, e non sono perciò noti i composti specifici che lo costituiscono, per individuare le caratteristiche di pericolo del rifiuto devono essere presi come riferimento i composti peggiori, in applicazione del principio di precauzione.”
E la sentenza di cui sopra non fa altro che riprendere tale affermazione stabilendo che il principio di precauzione deve essere interpretato solo quando:
“dopo una valutazione dei rischi quanto più possibile completa tenuto conto delle circostanze specifiche del caso di specie, il detentore di un rifiuto […] si trovi nell’impossibilità pratica di determinare la presenza di sostanze pericolose o di valutare le caratteristiche di pericolo che detto rifiuto presenta, quest’ultimo deve essere classificato come rifiuto pericoloso”.
Pensa che assurdità scrivono alla corte europea (sono ironico). Ora sarò ossessionato, ma leggendo tale sentenza, non so perché mi è venuto di sostituire alla parola “rifiuto” quella di “vaccino” e , provateci anche voi, la lettura assume un significato talmente chiaro, sensato e ragionevolmente plausibile sul fatto che in caso di qualsivoglia incertezza viene naturale riferirsi alla peggiore delle ipotesi proprio perché in via precauzionale si resta in un ambito il meno rischioso possibile.
E fin qui si parla di rifiuti non di persone.
Quindi, quando ci sono dei rischi da valutare e se le metodiche sono praticabili, si procede con approfondimenti, ricerche mirate, confutazioni e se tutte queste azioni tese a dirimere un dubbio portano ad una maggiore comprensione della questione allora si potrà intervenire, con le more del caso, verso una miglioria delle procedure esistenti e/o un’innovazione tecnologica che possa eliminare i dubbi e scongiurare i rischi (sto pensando anche al 5G n.d.r.).
Vi renderete conto che in ambito vaccinale tali approfondimenti spesso sono fumosi e dogmaticamente stigmatizzati. Basti pensare al corposo lavoro fatto dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale militare in relazione, tra gli altri fattori, anche alle somministrazioni di vaccini (qui uno stralcio ove è possibile scaricare anche la relazione finale).
Inoltre se si vuole intavolare un dialogo costruttivo tra le parti ecco cosa accade:
Bisogna sempre specificare a priori da che parte si sta e si chiede quasi scusa se ci si permette di sollevare qualche osservazione fuori dal coro.
Oppure si ricorda di come la politichetta italiana abbia pronamente accettato l’offerta (?) delle case farmaceutiche alla fornitura di vaccini multicomponenti (leggi qui), precauzionalmente controindicata dalla suddetta commissione. Ma a poco vale tentare di far valere la ragion di Stato se si ha a che fare con un’agenda già pianificata da tempo e verso la quale s’è già preso un impegno internazionale con l’entusiasmo della pecora di turno che assurge agli allori della cronaca per un giorno da leoni.
Dunque come sovraesponevo la precauzionalità sembra che venga considerata solo se funzionale a determinati obiettivi e/o interessi. O lo si fa mettendo in evidenza quali sarebbero le stime di morti evitate dal contagio (approccio terroristico, leggi qui) senza considerare anche quelle che potrebbero derivare da reazioni avverse alla somministrazione di tali farmaci, perché anche il solo pensiero di contemplarle è dogmaticamente rifiutato, oppure, come prontamente messo in evidenza dalle autorevoli pagine (leggi qui) del profilo social del signor “la scienza non è democratica”, attraverso la messa in evidenza del fatto che tra vaccini mono e multi componenti non c’è differenza anzi i primi sarebbero di gran lunga forse anche peggio dei virus stessi, peccato che tali rassicuranti osservazioni arrivino da una non poco chiara posizione del dottore (minuscolo di proposito) nell’ambito del mercato dei brevetti farmacologici in campo vaccinale (leggi qui).
Ma fin qui s’è parlato di persone non di rifiuti.
Dopo due anni di ricerca, di studio, approfondimenti, confronti, convegni comincio a pensare che per certi personaggi noi tutti non siamo persone ma rifiuti se non peggio poiché come abbiamo visto e continuiamo a vedere non siamo gestiti neanche come tali (leggi → Gestione degli Asset).
Alla luce di questa mia elucubrazione mentale, sia mai che quei fanatici “terrapiattisti” che da due anni a questa parte stanno insinuando infausti dubbi tra le persone (il popolo bue o gregge per altri) nonché tra i vari organi di controllo in merito alla pratica vaccinale (attenzione! non ai vaccini come concetto), si troveranno nella posizione di chi dice “te l’avevo detto!”? E a quel punto chi ripagherà tutto il tempo speso a preoccuparsi delle esclusioni scolastiche, le multe, lo spettro delle revoca della patria potestà e non solo, la serenità e la giustizia almeno morale a chi è stato massacrato, insultato, addirittura minacciato dai vari buriones, sacerdoti della scienzah e vari custodi di quella verità assoluta che potrebbe rivelarsi sbagliata?
(1) i rifiuti a livello europeo sono identificati da codici detti C.E.R. (Catalogo Europeo dei Rifiuti)
Fonti:
https://www.terranuova.it/News/Salute-e-benessere/Militari-uranio-e-vaccini-la-relazione-integrale-della-Commissione-parlamentare-d-inchiesta
https://www.huffingtonpost.it/2017/07/19/aria-di-incidente-sui-vaccini-il-senato-si-scalda-sullemendame_a_23037181/
Italia capofila, 13 vaccini obbligatori invece di 4. ECDC: “Nessuna garanzia che l’obbligatorietà assicuri una maggiore copertura vaccinale”
https://www.epicentro.iss.it/vaccini/ImpattoProgrammiVaccinaliItalia
ROBERTO BURIONI, IL MAGO DEI VACCINI / ECCO TUTTI I BUSINESS A BASE DI BREVETTI & BIG PHARMA, DA BRACCO A POMONA