Jeffrey Epstein e Stanley Kubrick potrebbero avere molte cose in comune se si guarda con più attenzione ai recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto l’imprenditore e l’ultimo film del regista.
Kubrick (1928-1999) resta probabilmente uno dei registi cinematografici più innovativi e influenti del XX secolo, apprezzato per la sua visione audace, il perfezionismo maniacale e la capacità di spaziare tra generi diversi, dall’horror alla fantascienza, offrendo sempre uno sguardo profondamente originale e complesso sulla condizione umana.
Memorabili restano i suoi capolavori come:
- Il dottor Stranamore (1964)
- 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) (1968)
- Arancia meccanica (A Clockwork Orange) (1971)
- Barry Lyndon (1975)
- Shining (The Shining) (1980)
- Full Metal Jacket (1987)
- Eyes Wide Shut (1999)
Avevo 25 anni quando vidi Eyes Wide Shut. Il film lo avvertii subito come un qualcosa di intimamente veritiero negli ambienti che narrava e le realtà occulte che portava alla consapevolezza del grande pubblico.
Ricordo che il film, nonostante fosse l’ultimo e lui morì poco prima di completarlo, non ebbe molto successo e di questo non mi sorpresi visto il messaggio che recava in sé era profondamente pericoloso per certi ambienti elitari.
Partendo dall’ambientazione del film e dalla scelta di dettagli apparentemente insignificanti, scopriremo come Kubrick abbia forse rivelato aspetti scomodi di un potere occulto che influisce sul mondo.
Un viaggio profondo attraverso simboli nascosti, messaggi subliminali e inquietanti retroscena legati all’élite mondiale. Connessioni tra i personaggi, i simbolismi massonici, e le scelte artistiche che sembrano suggerire un’analogia con eventi e figure reali, tra cui il caso Epstein.
Un’indagine che intreccia cinema, storia e cronaca, in un racconto che lascia aperte molte domande su cosa ci sia davvero “alla fine dell’arcobaleno”…
Le ambientazioni narrate da Kubrick trovano infatti una grande affinità coi fatti di cronaca che hanno coinvolto Epstein.
Jeffrey Epstein è stato un finanziere e imprenditore americano noto per uno dei più gravi scandali di abuso e traffico sessuale degli ultimi decenni.
Nato il 20 gennaio 1953 a Brooklyn, New York, Epstein ha iniziato la sua carriera nel mondo della finanza negli anni ’70.
Accumulò un’immensa ricchezza, associandosi a figure di spicco nell’élite politica, finanziaria e sociale degli Stati Uniti e di altri Paesi.
Jeffrey Epstein fu accusato di abusi sessuali su minori e traffico di esseri umani già nei primi anni 2000. Nel 2008, aveva poi patteggiato una condanna per reati minori legati allo sfruttamento sessuale di minori in Florida, ma aveva evitato accuse più gravi grazie a un controverso accordo di patteggiamento che prevedeva una condanna lieve e la sospensione di altre indagini federali.
Tuttavia, la sua rete criminale e il coinvolgimento in abusi sistematici su giovani ragazze, spesso minorenni, è emersa di nuovo con forza nel 2019, portando alla sua seconda incriminazione e al successivo arresto.
Il caso ha fatto scalpore non solo per la gravità delle accuse, ma anche per i collegamenti di Epstein con potenti figure politiche, tra cui ex presidenti (Bill Clinton ha viaggiato più volte sul jet privato di Epstein, soprannominato “Lolita Express”), membri della famiglia reale britannica (Principe Andrea – Duca di York) e altre celebrità (Bill Gates, Donald trump, Alan Dershowitz, Musk, e il regista Woody Allen), molti dei quali avrebbero frequentato la sua proprietà a Little Saint James, conosciuta come “l’isola di Epstein”, dove si sospetta che abbiano avuto luogo attività illegali, ad essere moderati.
Hanno suicidato
Jeffrey Epstein!
Nel 2019, mentre si trovava in prigione in attesa di processo, trovarono Epstein morto nella sua cella in circostanze sospette (Ma che strano! direbbe Malanga). Le autorità dichiararono che si trattava di un suicidio, ma questa versione sollevò forti dubbi e alimentò le teorie più disparate, tra cui quella che in realtà non sia morto e che stia “vuotando il sacco” in un luogo tenuto segreto, data la portata dei suoi legami e la delicatezza delle informazioni che possedeva.
Adesso, se avete anche solo ascoltatao il video, vorrei invitare a soffermarvi sulla figura del padre di Ghislaine Maxwell, moglie di Epstein.
Ján Ludvík Hyman Binyamin Hoch, noto come Robert Maxwell, era un controverso magnate britannico di origine cecoslovacca, un ebreo sopravvissuto all’olocausto, che costruì un impero editoriale e fu coinvolto in numerosi scandali finanziari.
Verso la fine della sua vita, la figura di Maxwell è stata oggetto di speculazioni riguardo a possibili legami con il Mossad, il servizio segreto israeliano.
Secondo diverse fonti, tra cui alcuni giornalisti investigativi e biografi, Maxwell avrebbe collaborato con il Mossad negli anni ’80.
Ciò sarebbe emerso principalmente dopo la sua morte, avvenuta la notte del 5 novembre 1991 in circostanze misteriose, cadendo in mare dal suo yacht, il Lady Ghislaine, vicino alle Isole Canarie, portando con sé mille segreti.
Alcuni sostengono che Maxwell avrebbe agito come intermediario per il Mossad, aiutando l’intelligence israeliana in operazioni segrete e sfruttando le sue connessioni internazionali.
Inoltre, alcuni sospettano che Maxwell avrebbe utilizzato il denaro delle pensioni dei dipendenti della sua compagnia per coprire debiti legati alla sua attività o per scopi collegati a questa collaborazione.
Le teorie su una connessione tra Maxwell e il Mossad non furono confermate ufficialmente e rimangono ovviamente avvolte nel mistero.
Ma l’aspetto curioso in questa digressione è che Maxwell aveva un amico, avvocato e confidente, anch’egli scampato all’olocausto, Samuel Pisar.
I due si trasferirono negli Stati Uniti, dove costruirono le loro rispettive carriere internazionali e stabilirono importanti connessioni in politica, affari e diritto.
Le relazioni di Maxwell con varie figure potenti, tra cui lo stesso Pisar, rappresentano un aspetto interessante della sua vita, dato il ruolo ambiguo e complesso che Maxwell ha avuto nel mondo degli affari e della politica globale.
Samuel Pisar, noto avvocato e consigliere internazionale, aveva una clientela d’élite e si occupava di numerose questioni legali e finanziarie che coinvolgevano figure di spicco, tra cui Maxwell.
Oltre a essere un avvocato ebreo di grande influenza, era anche conosciuto per il suo lavoro a favore dei diritti umani e per le sue pubblicazioni sulla sua esperienza durante l’Olocausto.
Pisar condivideva con Maxwell un interesse per le relazioni internazionali, e i due si trovavano a interagire nell’ambito delle loro attività professionali.
Dopo essersi laureato in giurisprudenza alla Harvard Law School, lavorò negli anni ’50 per le Nazioni Unite, dove si occupò di questioni legali internazionali.
Successivamente, entrò nello staff dell’amministrazione del presidente John F. Kennedy, dove contribuì su questioni di politica estera e geopolitica promuovendo il dialogo tra tra Stati Uniti e Unione Sovietica durante quel delicato periodo caratterizzato dalla Guerra Fredda.
Dopo questo periodo tornò all’avvocatura, dedicandosi a una carriera di successo nel diritto internazionale. Diventò uno degli avvocati d’affari più rispettati, rappresentando importanti clienti aziendali e governativi e promuovendo attivamente il dialogo tra le superpotenze, con l’obiettivo di favorire una cooperazione economica e politica tra Est e Ovest.
Ebbene, Samuel Pisar era sposato con Judith (nota anche come Judith Frehm o Judith Pisar), la madre del Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, e ha avuto per lui un ruolo di figura paterna.
Pisar, confidente di Robert Maxwell, padre di Ghislaine moglie di Jeffrey Epstein, è il patrigno di Antony Blinken.
Si era vociferato che potesse essere un possibile candidato per i “dem” alla presidenza degi USA, ma saggiamente non ha mai espresso pubblicamente interesse per una candidatura alle attuali presidenziali.
La morte di Jeffrey Epstein ha dunque lasciato molte domande senza risposta e potrebbe aver portato con se più segreti di quanto si possa immaginare, così come successe per il padre della moglie Ghislane, sollevando pesanti interrogativi sulle sue innumerevoli connessioni con figure di spicco tra le élite di potere.
Tuttavia, questa vicenda ha contribuito ad aumentare la consapevolezza pubblica sul traffico sessuale minorile e sugli abusi sistemici all’interno delle élite di potere, spingendo a rivedere la protezione legale per le vittime di abusi e a interrogarsi sulle dinamiche di potere e impunità di certi ambienti.
Concludo riprendendo una dicharazione di Nicole Kidman:
“Stanley Kubrick diceva che i pedofili governano il mondo”
Ha studiato le società segrete per tutta la vita, ne era affascinato e ha detto che l’élite, le società top secret, sono piene di uomini con una certa predilezione. Sono legati insieme, in un certo senso legati, dalla pedofilia. “Conoscono tutti i segreti oscuri degli altri.
Non c’è via d’uscita per nessuno di loro. È un legame che dura tutta la vita. Anche se uno di loro volesse rimettersi in carreggiata, pentirsi, per così dire, non può. I suoi pari lo faranno cadere.
Ci sono dentro fino alla morte, portando il mondo alla rovina. È più o meno così che Stanley lo ha spiegato, ma era tutto molto complesso. Probabilmente non gli sto rendendo giustizia.
A posteriori dello scandalo Epstein possiamo legittimamente ritenere che queste affermazioni hanno un fondamento di verità.
Fonti:
– https://it.insideover.com/schede/societa/la-strana-morte-di-jeffrey-epstein-spiegata.html
– https://www.washingtonpost.com/archive/politics/1991/11/09/maxwell-family-to-investigate-publishers-death/8b7065d1-c708-4f5f-a5fc-23f68ded9582/
Un ringraziamento a Mario Biglietto per le dritte su Blinken e Kidman
Foto di copertina Annette da Pixabay