A cura di Giuliano C.,
A quanto pare agli utenti del noto servizio video di google non piacciono i video propagandisitici della tecnologia 5G.
Poiché questi hanno il certificato della “santa inquisizione” possono restare dove sono anche se palesemente sgraditi dall’utenza.
Ho pensato che fosse una sorta di falshmob dove un gruppo di persone si danno appuntamento in un determinato luogo per manifestare qualcosa. Ma 10mila in un lasso di tempo così breve, mi sembra quantomeno audace pensare a una cosa simile anche perché se fosse così vorrebbe dire che c’è una massa di utenti che si muovono all’unisono manco fossero un banco sardine.
Sia come sia pare che i solerti gestori della pagina web si siano accorti della tempesta in arrivo e abbiano prontamente prima disabilitato i commenti e poco dopo anche il contatore delle preferenze:
Così come anche in altri video smili già presenti da almeno un anno come qui: Nasce Vodafone Giga Network 5G: realtà e fantasia sono finalmente connesse e qui Vodafone accende 5G in 5 città italiane.
Sarà mica una strana operazione di scorrettezza commerciale o qualcosa di simile? Pare di no perché anche la Tim non è da meno:
Eppure il suo video è li da quasi due anni ma nonostante ciò pare abbia raccolto più dissenso che aprovazione:
Certo che è strano. L’utenza del web che dovrebbe essere la prima a guardare con favore a una simile tecnologia è la stessa che la disapprova palesemente.
A nulla pare servano gli spot mirabolanti, dai costi hollywoodiani, dati in pasto ai consumatori, né gli studi consulenziali strapagati sui megatrends che delineano il futuro che più piace a seconda di dove si vuole andare.
videogiochi gadgets
E’ interessante vedere come associno il fatto che nel 2025 si prevedono 8,1 Miliardi di persone e oltre 50 Miliardi di device, perché in realtà tutti questi dispositivi saranno appannaggio solo di un terzo della popolazione mondiale, ovvero quella riconducibile al cosiddetto mondo civilizzato che è anche curiosamente quella attualmente oggetto del più grande esperimento psicologico a livello globale secondo il World Economic Forum.
Forse le persone cominciano a renderesi conto che il prezzo che stiamo pagando e dovremo ancora pagare è davvero troppo alto a fronte di effimeri vantaggi che albergano esclusivamente nella megalomane visione delle multinazionali delle telco.
Sarà che le persone più informate sono venute a conoscenza del fatto che tale tecnologia, per funzionare al meglio, ha bisogno di spazi sgombri da alberi poiché le microonde sono fortemente disturbate dal fogliame e quindi dopo aver visto, in queste settimane di clausura, qulle scene di una bellezza disarmante, che testimonia il potere di Madre Natura, magari si sono sensibilizzate oltremodo avverso immagini come questa:
a
commenti presenti in uno dei video prima della disabilitazione degli stessi
Magari starete pensando, “si ma io che ci posso fare?”, hai ragione, tu da solo puoi fare poco o nulla, ma insieme possiamo fare la differenza. Non è retorica, sappiate che se sulle merendine e buste di patatine croccanti trovate la scritta “no olio di palma” è perché all’epoca ci fu una grande mobilitazione delle masse che grazie a un moto di indignazione senza precedenti #StopOdP che ha costretto, come una reazione a catena, prima le grandi catene di distribuzione e i grandi produttori poi ad abbandonare i prodotti con olio di palma, indirzzando i consumatori verso abitudini di acquisto più consapevoli.
Pertanto potremmo fare scelte più cosapevoli quando acquistiamo un telefonino o sottoscriviamo un contratto con un operatore telefonico. Certo lo sappiamo che questi si appoggiano tutti su infrastrutture già esistenti, ma si potrebbero prediligire piani tariffari che escludano l’uso del 5G.
fonti:
https://www.ilgiornaledelcibo.it/campagna-contro-olio-di-palma-conseguenze/
Grazie davvero per questo articolo davvero bello che mostra l’aumento della consapevolezza delle persone e un fenomeno mai visti di unione e resistenza tra quelli che il potere ha sempre considerato i “consumatori”. ovvero noi.
Da spettatori ad attori; i pomodori del pubblico dei teatri di qualche decennio fa sono diventati i pollicioni versi, i dislike. Finalmente non siamo piu’ solo zombie neutri ma resistenti e consapevoli parti attive del sistema.
Un caro saluto
Grazie a te!
Il sistema non è immutabile e se vogliamo possiamo dare segnali forti per cambiarlo, migliorandolo e magari anche plasmarlo secondo le nostre visioni più illuminate (in senso buono eheh…)
Grazie per tutte quello che scrive e che condivido pienamente, anch’io sono stata fra quelle che hanno messo il dislike alla pubblicità del 5G. Dato che io al momento ho Vodafone e che per protesta voglio cambiare mi saprebbe dire quale operatore telefonico non si avalla del 5G? Grazie se mi farà sapere.
Saluti.
Tiziana
K-C Internal Only
Grazie a lei Tiziana.
Personalmente, non rincorrendo la tecnologia che tanto sarà sempre più veloce di me, non mi sono ancora posto questo problema in quanto l’aggeggio che uso per le telefonate supporta fino al 4G, che a mio modesto parere è già più che sufficiente.
Le ultime info davano, nonostante “l’accensione” delle città nominate dal direttore della Vodafone, una copertura ancora molto limitata a poche aree strettamente metropolitane (Milano, Torino, Roma, etc…).
Più che cambiare operatore, che resta comunque e sempre una scelta nostra, sarei per lo scegliere opzioni tariffarie che non prevedano l’utilizzo del 5G. Immagino che ci saranno, così come ne esistono oggi, decine di opzioni per tutti i gusti gli usi e costumi e i call center non mancheranno di chiamarci per informarci sulle fantastiche opportunità che ci stiamo perdendo a scapito del nostro portafogli. Basterà chiedere loro quali offerte che non prevedano l’uso del 5G ci sono e se non ce ne sono ringrazieremo gentilmente avvisando che troveremo un altro operatore che le preveda.
Se tutti o comunque una gran parte di noi facesse così, potremmo dare un segnale forte a quelli che ci vedono solo come consumatori da sfruttare. In tal guisa almeno saremmo noi a decidere come farci “sfruttare”.
Tuttavia, credo, bisognerà sensibilizzare le giovani generazioni per le quali tutto questo rientra in dei canoni che per loro sono o sarano la normalità, mentre per noi o almeno per quelli della generazione over 40, ce la spacceranno, già lo fanno in realtà, come una “nuova normalità”.
Il ché non può farci riflettere se non sul fatto che la normalità, concettualmente, è un qualcosa di assolutamente soggettivo e che pertanto possiamo plasmare sulle nostre visioni ed emozioni.