28 Maggio 2020 | Manifesto d’intenzione, azione pratica, resistenza e rinascita.
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Siamo di fronte a un sistema al collasso, gli ultimi colpi di coda di un animale morente che aggredisce tutto e tutti nell’illusione di sopravvivere: assistiamo al prevedibile e previsto cambio di paradigma (l’accelerazione del vecchio paradigma in nuova forma ancor più costrittiva) e quello che viene proposto come necessario altro non è che il tentativo di gestione totale di ogni risorsa, di ogni azione, di ogni aspetto dell’esistenza: la posta in gioco è la vita stessa. Per tale fine viene utilizzata la scusa della crisi, attraverso shock emotivi.
Questo è il momento delle scelte.
In un modo o nell’altro cambierà quasi tutto, la vita ‘normale’ di prima non esiste e non esisterà più: può cambiare in peggio o persino in meglio, sta a noi la scelta di cosa debba accadere. Il momento è adesso.
La libertà si esprime nell’azione.
La buona notizia è che non c’è più nulla da perdere, se non ciò che certamente perderemo accentando questa “nuova normalità” che ci viene proposta, quindi: coraggio.
- Il contatto umano è essenziale
Quello che essi cercano di bloccare è la comunanza, la
vicinanza: la relazione. Come se nulla dovesse esistere se
non mediato, condizionato, autorizzato. Quindi non è
una banalità affermare che la relazione è essenziale.
La relazione umana è la prima rete di salvezza, il
primo vero contrattacco, l’ultimo baluardo e il
seme di rinascita. - La libertà non si chiede.
Le restrizioni servono affinché ci si abitui a chiedere il
permesso – questa idea non deve passare: è inconcepibile.
Cogli ogni occasione per ricordare che non può essere
accettabile quel che si rende consuetudine attraverso
l’inganno: questo ricatto è intollerabile.
Non si protesta per la libertà: si esercita la libertà. - Uscire dalla rete
La comunicazione via internet è stata la loro prima
proposta, lo smart work, la scuola a distanza, gli
aperitivi online; quindi internet non può essere l’unica
risposta, né la soluzione: diviene un’altra forma di
distanziamento.
La libertà la si esercita nel mondo reale.
Il mondo mediato, la smart grid, dove tutto è
controllato e gestito a distanza, passa dalla rete:
è l’inizio della fine, l’ultima agonia.
Fuori dalla rete, fuori dalla trappola del
distanziamento sociale o digitale - La resistenza
I modi di resistenza sono infiniti… il primo passo è non
collaborare. Impariamo a dire NO!
Lasciare che il meccanismo, il sistema morente, si
appropri della situazione imponendo le soluzioni, è
come aver collaborato alla corsa nel baratro. L’aver
capito e il non collaborare è necessario, ma non è
Sufficiente.
Informare il prossimo, il collega, chiunque
s’incontri. Invitarlo ad informare a sua volta.
Non serve un permesso per uscire, per vedere qualcuno,
per stargli accanto, per abbracciarlo. Farsi vedere,
parlare con le persone, con tutte. Informare, spiegare e
mettersi d’accordo col prossimo, col vicino o col più
vicino. Il prossimo non è un estraneo e non è un nemico.
Non legittimiamo la loro “nuova normalità”. - Rinascita
La crisi è un’opportunità, anche nel bene.
Ognuno di noi singolarmente può fare la differenza
agendo autonomamente ma in sincronia e in sintonia
con decine, centinaia, migliaia, milioni di altri consimili
che agiranno nello stesso modo; ci si attivi per attivare
altre persone: è il momento di costruire.
Coraggio!
Avrai una sola risposta: la tua.
Quando risponderai sarai insieme ad altri.
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