Dubito Ergo SumSenza categoriaSogno .. e ritorno alla realtà
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Sogno .. e ritorno alla realtà

3 minuti di lettura

Accogliamo questo viaggio onirico di un nostro lettore consapevoli del fatto che “è il pensiero che genera la materia”.

A cura di Gianluca {gri}

Sulla Costituzione, la Sovranità, il futuro che ci attende e, se possibile, su un sentire magari anche interiore.

Si perdoni la forma elenco.

  1. Sappiamo che la nostra Costituzione non ha più alcuna “forza”, non in sé stessa ma in quanto disattivata dall’apparato normativo burocratico finanziario oligarchico, che ne scavalca le funzioni primarie.
  2. Personalmente, riconosco ancora oggi la valenza della Costituzione, nonostante il punto 1, se non altro come ultima carta in grado di mantenere radunata (simbolicamente) ciò che resta di una popolazione senza più identità e futuro e, tutto sommato, come ultimo “scudo” a difesa dai prossimi U.S.E. (federazione europea che andrebbe a ratificare la completa e definitiva cessione di sovranità alle oligarchie finanziarie globali).
  3. Per il punto 2, ritengo che la Costituzione debba essere ancora difesa, sì, ma in ottica di sovranità, autonomia e bene comune, e non certo per nostalgia o per colori politici, visto che non esistono più colori, ma solo consorterie di affaristi e gruppi di potere a livello globale, che si contendono risorse e anime, arroccati nel loro impianto normativo burocratico edificato nel corso dei secoli.
  4. In base a queste premesse, la cosa più urgente e importante, ora, in questa colonia, dovrebbe essere un duro e paziente lavoro da compiere – ognuno per le proprie capacità e funzioni – teso a diffondere in contemporanea: 
      • A – coscienza del fatto che siamo una colonia (se l’uccellino non percepisce la gabbia.) 
      • B – la necessità di renderci nel tempo più autonomi nei vari comparti essenziali/strategici (energia, alimentare, ecc.) per renderci sempre meno schiavi delle lobby – in particolare da quelle della tecno-finanza. 
      • C – la necessità di togliere il pareggio di bilancio in Costituzione e di aggiornarne le parti necessarie a formalizzare che nessun cittadino italiano potrà mai più essere lasciato indietro, né tanto meno abbandonato a togliersi la vita (questo sarebbe da inserire domattina in Costituzione, così i teurghi dell’economia e della finanza si mettono calmi e se, da incompetenti quali sono, non sanno come trovare soldi, allora li mettono di tasca loro). Inoltre, se possibile, altre piccole modifiche alla Costituzione, per attenuare il potere assunto dalle caste. 
      • D – coscienza dell’importanza di tornare all’essenza umana, al valore umano, in ogni ambito (lavoro interiore, che si propagherebbe ‘entangled’ al piano materiale) al di là e prima di ogni culto del profitto. 
      • E – coscienza di cosa è la moneta e di cosa essa non debba divenire; così da portare alla comprensione di buona parte dell’inganno che va avanti da secoli.
      • F – coscienza del valore universale del diritto naturale, come giusto e necessario presupposto al diritto positivo; laddove nessun corpo può essere violato e neppure sfiorato senza il consenso del diretto interessato, giacché su nessuna psiche può essere indotta manipolazione forzosa (con tecniche o tecnologie), senza il consenso scritto del cittadino.
      • G – in base al punto F, la presa di coscienza dell’importanza massima e primaria della tutela della salute psico-fisica dei cittadini e della Terra che ci ospita (risorse non illimitate), che potrà avvenire unicamente con l’abbandono psicologico del profitto, in una reale evo-rivoluzione, riconducendo l’iniziativa privata ad organica allo sviluppo dell’essere, e non tesa al suo condizionamento, manipolazione e disattivazione spirituale.
  5. Uscita dalla Nato, dichiarazione di Stato Sovrano, con moneta sovrana di proprietà del popolo (portatore), pacifico, neutrale e orientato all’etica e al valore umano, alla tutela della Vita e dei diritti fondamentali dell’uomo.

Ora, dopo il sogno – o forse un viaggio verso un’utopia reale – mi spiace dovervi far rientrare a terra.

Penso che tutto quanto ho scritto sia realizzabile solo ed esclusivamente se alla base c’è un Popolo – altrimenti resta esercizio teorico – quindi un territorio con individui sufficientemente uniti attorno al bene comune, desiderosi e interessati a migliorare il presente e il futuro, per sé e per le prossime generazioni. Non dunque un agglomerato di persone che badano ai fatti propri, disquisendo ogni tanto con colleghi e amici di spread o di pensioni, o guardando chef in tv tra una chat whatsapp e un “like” su facebook, o che corrano a far vaccinare i figlioletti perché “in tv dicono che c’è epidemia di morbillo per colpa dei no-vax che stanno facendo abbassare l’immunità di gregge”.

Purtroppo, a queste persone non vai a chiedere di studiare sui testi di Giacinto Auriti – solo come esempio – o di lavorare su piani etico-filosofici, men che meno spirituali.

gladiator

Perciò questo è il punto “dolente”, la vera sfida del nostro tempo. Serve un processo culturale, di educazione, alla riscoperta di cosa siamo, nel senso delle cose, nella vita e nella relazione, poiché secoli di indottrinamento positivista/materialista e di culto del “mors tua vita mea” hanno prodotto una società ego-centrata, apatica, scientista, tecno-rimbambita, a responsabilità limitata e a bassissima autostima ed empatia – e queste sono distorsioni sulle quali non è facile lavorare.

Da qualcosa si dovrà pur partire! Dunque quale migliore occasione per partire da noi stessi, dal proprio sé, dal nostro sentire, dalla nostra individuale evo-rivoluzione?

 


 

E come dargli torto?


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Carogiù

”La saggezza arriva con l’abilità di essere nella quiete. L’essere nella quiete,l’osservare e l’ascoltare, attiva in voi l’intelligenza non concettuale. Lasciate che la quiete diriga le vostre parole e le vostre azioni.“ ~ Eckhart Tolle

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  1. Ottimo lavoro Gianluca, condivido appieno. Tutto quanto espresso deve partire dalla volontà sincera di fare del bene per se stessi, in forma disinteressata e questo implica andare a comprendere il reale motivo di essere qui. Chi trova il modo di amarsi non può fare altro che riverberarlo all’esterno, coinvolgendo i propri simili perché come tali li riconosce. Questa, per come la vedo io, è la misura del proprio lavoro su di sé. “In Lack’Ech” è l’espressione Maya che indica in sintesi quanto sopra scritto.

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