Come genitore a volte c’è da chiedersi se il figlio è mio o dello Stato. Non ho un certificato di bravo papà, non ho seguito nessun corso di specializzazione, né tantomeno ritengo necessario che un genitore debba avere “la patente” per esser tale.
Ci sono dei casi estremi ove questo assunto può essere discusso certo, ma si tratta sempre di casi particolari.
La mia più grande paura (tutti ne abbiamo una o più con cui misurarci) è non riuscire a dare gli strumenti necessari a mio figlio affinché non si lasci travolgere da questo mondo che corre all’impazzata.
Senza mai troppo soffermarsi sul perché delle cose, sul senso della vita, vorrei insegnargli a cavalcare l’onda sempre ed in ogni situazione, a dominare la paura quando essa si presenta.
Tuttavia mi sento in pace e rinfrancato quando senza che te lo aspetti lui ti dice “Siete i migliori genitori che si possano desiderare”.
Essere genitore, in un anno come questo, significa fare i conti con il futuro di mio figlio, con il presente di mio figlio, con il mio passato.
Non posso evitare di ricordare cosa significava per me averne 8 ai “miei tempi”.
Tempi in cui la malattia era il morbillo e a parte stare al buio per non danneggiare gli occhi, te la “svangavi” più o meno facilmente o la varicella e si andava dagli amici che l’avevano per farla.
Tempi in cui si andava a scuola a piedi da soli, in cui non c’erano telefoni, tablet, xbox ma sapevi sempre dove stavano i tuoi amici e ci si abbracciava e si facevano le squadre per giocare insieme.
A merenda si mangiava pane e marmellata e se ti sbucciavi le gambe pazienza. La tv forse solo al pomeriggio, ma per poco tempo e spesso in bianco e nero. E i tuoi amici erano i tuoi compagni di scuola perché lì ti giocavi l’amore, l’amicizia, le litigate e tutto il resto.
Di distante non c’era nulla, né il bene né il male, tutto era vissuto, fino in fondo, addosso a te, inverno e estate.
Un anno come questo, dove nella migliore prospettiva, a settembre verrà richiesto il distanziamento ai bambini a scuola, è un anno buio. Chiedere loro di stare distanziati è una richiesta che ha dell’immorale.
Durante il periodo di isolamento forzato già si sono visti i risultati di queste fenomenali scelte di protezione limitando fasi fondamentali di crescita.
I bambini costruiscono, attraverso la relazione, la propria identità (Bowlby parlava di modelli operativi interni, cioè di strutture intra-psichiche che permettono agli individui di crearsi un’immagine di sé e delle relazioni future).
Assistere mio figlio in lacrime perché non vede i suoi compagni, dirmi che non lo “riconosceranno” più, vuol dire che sta andando in crisi il suo modello interno.
Chiedere ai bambini il distanziamento vuol dire impedire loro il contatto corporeo, che è la forma più primitiva di azione sociale. La scuola è incontro, contatto, prossimità, esperienza dell’altro, del suo volto, della sua voce e del suo corpo.
Pensare che loro debbano stare distanti ed esaurire nello spazio del banco o di un fazzoletto d’erba contingentato, nel volto mascherato della maestra, la propria esperienza sociale della scuola, mi fa male.
Ma a quanto pare per chi sta al governo, sembra che stia più a cuore proteggere il proprio status, stringendo rapporti d’affari “per il bene” dei nostri figli e studenti che preoccuparsi delle più che probabili ricadute sulla salute psicofisica dei nostri figli.
Propugnando misure eccessivamente restrittive per il ritorno a scuola “in sicurezza” (ricordatevi sempre la PNL) si rischia, infatti, di mettere a repentaglio l’equilibrio psicologico dei nostri bambini non solo oggi ma anche in futuro con danni che ad oggi non sono quantificabili ma che di sicuro ricadranno sulle spalle di noi genitori nel prossimo futuro.
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Anche Massimo MAzzucco non ha potuto tacere sulla questione:
Fermiamoci e fermiamoli finché ne abbiamo l’opportunità.
Ricordate che crisi = opportunità e lorsignori ne stanno approfittando a man bassa. Non lasciamo che agiscano sempre e solo per conto nostro, senza mostrare il minimo interesse, sia esso positivo che negativo, nella totale apatia generalizzata, salvo qualche piccola e genuina realtà.
Una volta mia moglie scrisse una lettera al dirigente semplicemente per ringraziare lui e il personale della scuola dell’ottimo lavoro che avevano fatto con nostro figlio durante gli anni della scuola materna.
Il dirigente ci chiamò il giorno stesso per ringraziare noi per aver esternato il nostro apprezzamento, cosa che accade molto raramente per non dire mai da parte di un genitore.
La genuinità nei rapporti sociali è oramai qualcosa di mitologico e i nostri figli cosa impareranno a scuola che è per antonomasia lo specchio della società in cui vivranno? Quale sarà il modello di riferimento che consegneremo alle generazioni future? Ai nostri figli.
In riferimento ai “propositi” (genuini ?) di Bonaccini &Co.:
Zingaretti, “Cambiamo la Scuola: subito 4 miliardi per stipendi, obbligo a 18 anni e zero costi per le famiglie”
Ho trovato quanto meno sconcertante il video allegato in questo articolo che parla di clonazione animale e comincia con una bella immagine di Dolly – la prima pecora clonata – (ricordatevi sempre la PNL) per poi passare al “copycat” usando queste parole «i gatti vedono in noi, altri gatti», ricollegate queste parole con quanto espresso dallo psicoterapeuta Piero Priorini e facciamo due riflessioni.
Viceministra Ascani: Nuove regole in arrivo: la materna diventa obbligatoria (dai 3 anni, ndr)
“L’intenzione della maggioranza è quella di far partire l’obbligo entro la fine della legislatura, per il 2023″.
Il che non dev’essere necessariamente visto come una cosa negativa ma come si concilierà con le “visioni” alla Bonaccini & Co. e l’obbligo vaccinale della Lorenzin?
Se la scuola dell’infanzia diventasse obbligatoria, verrebbero meno i requisiti e, in qualche caso scellerato, le espulsioni dei bambini “non in regola” con le vaccinazioni. Tale pratica, finora imposta sulle spalle dei dirigenti scolastici, è destinata a scontrarsi con i principi costituzionali.
La scuola dell’obbligo, infatti, per la fascia d’età 6-16 anni non prevede l’allontanamento degli alunni, ma “solo”, per ora, l’applicazione di una multa da 100 a 500 euro.
La responsabilità di segnalare i casi è lasciata a soggetti terzi: si immagina che i dirigenti delle ASL o delle scuole debbano fungere da “delatori” nei confronti di mio figlio.
Finora, però, questa pratica di segnalazione non sembra essersi concretizzata, grazie all’opposizione silenziosa della maggior parte dei dirigenti scolastici. Molti di loro hanno infatti scelto di resistere a una prassi percepita come contraria ai valori di un sistema democratico.
Si parla di minacce, più o meno velate, rivolte a questi dirigenti da parte dei vertici, ma mai formalizzate per iscritto, sempre veicolate in forma verbale.
Questa resistenza riflette il peso della coscienza di chi lavora in un momento cruciale per l’evoluzione umana, un’evoluzione che trova il suo senso proprio nel rispetto del libero arbitrio.
Se in tutto questo ci vedo un pensiero a senso unico, divento un complottista?
Il mio pensiero critico mi porta a considerare che c’è questo disprezzo, neanche tanto velato, di una classe digerente che ormai si esprime da solo.
Costoro non riescono a comprendere che la realtà è assai diversa dalle loro ideologie, visioni, illusioni e/o ideali.
Hanno venduto l’anima al male e quindi vomitano la loro frustrazione su chi non è allineato alla versione dominante.
La scuola è la casa dei bambini non un centro di rieducazione mentale, con una siffatta scuola dell’obbligo si corre il reale rischio che “sequestreranno” per 15 lunghi anni i nostri figli facendo un certosino lavoro di indottrinamento sociale sulle loro menti, marginalizzando sempre di più il ruolo di noi genitori.
Noi che, inconsapevoli schiavi del sistema, saremmo presi da mille cose e impegni lavorativi che ci allontaneranno sempre di più dalla vita vera, relegando i nostri “scampoli di essenza” all’interno di un piccolo touchscreen.
Sia chiaro che non sono in dissenso all’istruzione in sé, anzi, la ritengo fondamentale per ogni individuo.
Ma non condivido il metodo ed i programmi della scuola attuale che se e quando vengono smorzati è solo grazie a un corpo docente che, nella maggioranza dei casi, è ancora fatto di persone sane e coscienziose, consapevoli dell’importanza fondamentale che ricoprono nello sviluppo psicofisico di uno studente, di mio figlio.
Foto di copertina Good Free Photos su Unsplash
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I nostri figli non appartengono a noi ma non appartengono neanche allo Stato appartengono a se stessi e alla coscienza che avranno sviluppato in parte anche grazie al lavoro che noi e le persone che avranno avuto a cuore il loro bene. tutto il resto appartiene ad un sistema di politica e di interesse che non ha niente a che fare con l’economia del cuore e dell’amore.
Grazie Natura(le).
Purtroppo per alcuni economia è solo sinonimo di gestione monetaria…
Nel 2017 ho inviato alla scrittrice Antonella Boralevi la seguente mail:
From: rebelt1@fastwebnet.it
Sent: Thursday, June 29, 2017 4:27 PM
To: salotto.boralevi@tin.it
Subject: Vaccini – Figli – Gibran
Gent. Sig.ra Boralevi
Lei così conclude il suo articolo http://www.lastampa.it/2017/06/23/societa/lato-boralevi/la-guerra-dei-vaccini-di-chi-sono-i-nostri-figli-hZ2KHHR0h32Jgmf5Zco64I/pagina.html: “C’è un’altra domanda, radicale nascosta dietro questa guerra. Di chi sono i nostri figli? E mi viene in mente Kalhil Gibran: “I tuoi figli non sono figli tuoi. Sono i figli e le figlie della vita stessa”.
Gibran in realtà scrive: “sono i figli e le figlie dell’ardore che la Vita ha per se stessa”.
Penso che sia proprio l’ardore ovvero l’amore per la Vita che anima i genitori a ricercare in ogni campo quelle informazioni che possono far comprendere le reali cause delle malattie e, in questo caso, delle epidemie. E’ lo stesso ardore, ovvero amore per la Vita e quindi per l’umanità tutta, che ha spinto molti ricercatori già a fine ottocento a ritenere più valide le scoperte sui microbi di Antoine Bechamp (che scrisse che i microbi si trovano in un terreno biologico già alterato da più fattori) anziché quelle di Louis Pasteur e a scoprire che il vaiolo non è stato debellato dalle vaccinazioni.
Gibran scrive ancora: “L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi piega e vi flette con la sua forza perché le sue frecce vadano veloci e lontane … fate che sia gioioso e lieto questo vostro essere piegati dalla mano dell’Arciere” Figli dell’ Arciere quindi – o Sé superiore ecc. – e non delle multinazionali del farmaco o scienza di stato che spesso esatta non è.
Un caro saluto.
Grazie Paola per i suoi contenuti sempre estremamente interessanti e stimolanti.
Chissà in quanti si prendono la briga di scrivere in questi termini ai giornalisti per esprime il proprio parere su ciò che scrivono.
Proprio stamattina mi è stato segnalato questa interessantissima intervista alla giurista Elisabetta Frezza:
https://youtu.be/6-Bs7YahK9I
L’avv. Elisabetta Frezza espone bene le difficoltà della scuola attuale. A tanto però si è giunti anche a seguito di alcuni insegnamenti palesemente fuorvianti propinati da tempo anche al Liceo Classico, come descrive tra gli altri il prof. Pietro Ratto, intervistato dallo stesso Messora, nel suo libro “La storia dei vincitori e i suoi miti. Da Giovanna d’Arco al delitto Moro, da Cristoforo Colombo ai Rothschild, mille anni tutti da riscrivere”. O da più di mille anni. Trovo strano che la dr. Frezza, da persona molto preparata ed attenta alla scuola qual è, non abbia commentato – perlomeno a me non risulta – il tema generale dell’esame di maturità del 2017 indicato in questa lettera che ho inviato al Preside del Liceo Volta di Milano http://accademiadellaliberta.blogspot.com/2020/02/coronavirus-lettera-del-preside-ai-suoi.html
Magari la Frezza non è a conoscenza di quell’evento o semplicemente non ha avuto modo occasione di parlarne.
Infatti un certo punto nell’intervista cita Pietro Ratto specificando che lui ha ampliato puntualmente tutta un’altra serie di aspetti legati al mondo scuola