Dubito Ergo SumSPIRITUALITÀLa forza di una scelta
Dubito Ergo SumSPIRITUALITÀLa forza di una scelta
4 minuti di lettura

“Anche se utopia, finché esisteranno isole di combattimento sarà possibile qualunque cosa”

Giulietto Chiesa

A cura di Giuliano C.,

«Ma io che ci posso fare?». Spesso questa è la risposta in forma di domanda che mi sento rivolgere quando ho occasione di portare avanti un discorso su argomentazioni che sono controcorrente.
Semplificando; le banche si creano danaro dal nulla che poi ti prestano ad interesse, questa è una forma di schiavitù! Ma io che ci posso fare? I DPCM di Conte sono incostituzionali! Ma io che ci posso fare? I mass-media sono corrotti e manipolatori, ti stanno plagiando con i loro messaggi subliminali! Ma io che ci posso fare? Non possono obbligare tuo figlio ad indossare una mascherina che gli impedisce di respirare correttamente anche solo per 5 minuti! Ma io che ci posso fare? (porcazozzina…) I tuoi dati sono importanti e le grandi aziende li sfruttano per lucrare sulle tue abitudini di vita e chissà cos’altro! Ma io che ci posso fare?

Tu da solo niente, non puoi fare assolutamente nulla a meno ché tu non sia un novello Gandhi. Ma il punto è che tu non sei nessuno tu sei tutto nel tutto. Straparlo? Mi spiego. Ognuno di noi è parte del tutto e ogni sua singola azione si riverbera nell’universo anche se noi non ne abbiamo la minima percezione. Ricordate la storia del “un battito di farfalla…”? Lorenz, pioniere della teoria del caos. non era certo uno sprovveduto. Ma se pensate che la cosa si limiti nel campo della fisica meteorologica vi sbagliate. Anche un certo Turing, matematico e padre delle moderne macchine computazionali, arrivò ad affermare che:

Lo spostamento di un solo elettrone per un miliardesimo di centimetro, in un dato momento, potrebbe rivelare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come la morte di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, oppure la sua salvezza.”

A. Turing

Concludo questo preambolo richiamando Lipton, biologo americano (ma lui è un “convinto” per wikipedia, un eretico per la scienza accademica, ndr) il quale propugna questa strana teoria per la quale i nostri geni rispondono a influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i pensieri e le nostre credenze. Forse parlava di epigenetica senza saperlo?

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Se penso anche agli studi Gregg Braden allora ciò che facciamo e pensiamo si ripercuote a catena da persona a persona, come in un immensa rete neurale, fino ad influenzare l’intero pianeta appunto.

Tutto questo prologo per evidenziare il fatto che le nostre scelte, se prese in autonomia (in un verso o nell’altro, nel bene o nel male, positive o negative – non esistono scelte sbalgliate, esistono le scelte e le loro conseguenze. nda), hanno comunque un peso e producono un effetto e di questo spesso non ne siamo sufficientemente consapevoli. Ma ora vi riporto solo alcuni fatti per evidenziare l’effetto di scelte libere e consapevoli.

I fatti riportati seguono idealmente quanto riportato nell’articolo 2021 fuga da Whatsapp.

A metà dicembre la rivista online PuntoInformatico riportava:

Facebook contro Apple: questione di privacy e trasparenza

Il riferimento è alla guerra che questa settimana il social network ha dichiarato ad Apple e più nel dettaglio all’iniziativa messa in campo dalla mela morsicata per offrire agli utenti un maggiore controllo sui dati che li riguardano. In estrema sintesi, Zuckerberg e i suoi si sono scagliati contro la società di Cupertino perché l’introduzione di una nuova policy prevista per il 2021 impedirà a sviluppatori e piattaforme di raccogliere ed elaborare le informazioni inerenti l’attività online (principalmente mediante tracciamento) senza aver prima ottenuto l’esplicito consenso da parte dei diretti interessati.

La guerra mediatica sulla gestione della privacy ha i suoi effetti anche in borsa e il titolo Facebook (comunque già di suo in crescita costante dal 2017) sta vedendo un calo che potrebbe portarlo, temendo un effetto a cascata, a un nuovo minimo come quello dello scorso marzo 2020 se non peggio.

A metà gennaio arrivano le notifiche, sui cellulari Android, del prossimo cambio unilaterale delle norme privacy di Facebook e s’innesca un nuovo crollo delle quotazioni che sembra essere proprio una diretta conseguenza delle scelte di tutti quegli utenti scontenti e ormai stufi delle continue angherie informatiche di casa Zuckerberg, che in pochi giorni hanno fatto registrare un fuga di utenti da WhatsApp verso altre piattaforme, in primis Telegram e Signal.

E così si arriva ad oggi che Facebook, dopo la “fuga” di utenti, fa un passo indietro sulla scadenza per accettare le sue norme sulla privacy, pvrovrogando (aiuto m’ha preso il contevirus!) di tre mesi la revisione di Whatsapp perché, a loro detta, c’è stata “confusione” in quanto con questo “aggiornamento non cambia nulla” tra amici e familiari e le nuove opzioni business sono “facoltative” e “consentono agli utenti lo scambio di messaggi con le aziende che usano WhatsApp”.
Abbiamo già scritto che per i residenti in Europa la GDPR tutela ancora i propri utenti, ma forse questi ultimi “sprovveduti”, povere pecorelle impazzite, hanno considerato che:

  1. “Facebook è stata dichiarata dalla Corte di Giustizia Europea (con sentenza Schrems II) non capace di garantire la tutela dei diritti degli utenti europei. L’invio di dati in USA non è sicuro. Facebook ora con questa modifica dei termini di WhatsApp si appresta a trasferire dalla app di messaggistica alle altre società del gruppo, una mole enorme di dati” fonte
  2. “Oggi Facebook non usa le informazioni del tuo account WhatsApp per migliorare le tue esperienze con i prodotti di Facebook. Qualora in futuro decidessimo di condividere tali dati con le aziende di Facebook per questo scopo, lo faremo solo dopo aver raggiunto un accordo con la commissione per la protezione dei dati irlandese”. Niamh Sweeney

E pertanto gli utenti (magari non tutti) hanno scelto consapevolmente, in questo apparente caos mediatico, ponendo le basi per una piccola rivoluzione interiore che è quella del cambiamento delle proprie abitudini, senza restare fossilizzati in vecchi schemi comportamentali – traducibili in Byte – che tanto fanno gola a certi colossi del mainstream che sembrano esser mossi dal solo e mero fine di lucrarci sopra se non vogliamo fare altre ipotesi più inquietanti e meno ovvie.

Riprendo e concludo dunque con le parole del PuntoInformatico:

Facebook espliciti la sua posizione in modo chiaro, fino in fondo. Sulla prossima pagina dei quotidiani scriva a chiare lettere: “Ci servono i dati degli utenti, non importa se sono d’accordo o meno, stiamo attaccando Apple perché vuol dar loro libertà di scelta”, senza nascondersi dietro all’ipotesi di un imminente disastro per i piccoli commercianti. Possiamo rinunciare alla privacy, ma in modo informato e consapevole, non accettiamo invece di scendere a compromessi sulla trasparenza.


“Il caos è una scienza di processo anziché di stato, di divenire invece che di essere, di dinamica piuttosto che di statica”

Francesco Giuliano

fonti:
– https://www.news-24.it/come-un-battito-dali-di-farfalla-puo-causare-un-uragano-lo-chiarisce-la-teoria-del-caos/
– https://www.gruppomacro.com/blog/nuove-scienze/epigenetica_lipton
– https://www.punto-informatico.it/facebook-privacy-dati-finalmente/
– https://www.money.it/whatsapp-rinvio-nuove-norme-privacy-dopo-fuga-utenti
– MEG (magnetoencefalografia)


Telegram viene spesso indicato come un covo di malviventi e sovversivi. Questo avviene anche su whatsapp.
In ogni caso a beneficio del lettore si sappia che esiste un gruppo che collabora con la Polizia di Stato e che segnala (anche al gruppo di supporto di Telegram e con un organizzazione no profit) tutti i canali porno che non rispettano i ToS (temini della sicurezza) della piattaforma al fine di limitare ed eliminare gli abusi.

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Carogiù

”La saggezza arriva con l’abilità di essere nella quiete. L’essere nella quiete,l’osservare e l’ascoltare, attiva in voi l’intelligenza non concettuale. Lasciate che la quiete diriga le vostre parole e le vostre azioni.“ ~ Eckhart Tolle

One Comment

  1. Grazie Sig. Giuliano, il suo articolo è decisamente illuminante, molte sono le parole che bisogna spendere per convincere scettici ignoranti (nell’accezione più corretta del termine)
    che tutelare i propri dati e non svenderli
    sia fondamentale per non nutrire il sistema di fagocitatori virtuali di coscienze.

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